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Orsomarso

Orsomarso, bagnata dalle limpide acque dell'Argentino, posta a 120 mt. S.l.m., ha origini di epoca greco-romana come fortezza militare (Kastron) posta a difesa di una delle più importanti vie di comunicazione tra mar Ionio e mar Tirreno.Il comune rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino e dà il nome alla catena montuosa dell'Orsomarso. Sede della Riserva Naturale Orientata Valle del fiume Argentino e costituisce il punto di partenza ideale per molti itinerari escursionistici.

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Torre Orologio

Nell’attuale Torre dell’Orologio all'epoca dell'Eparchia mercuriense sormontava la rocca un monastero. Il monastero fu fortificazione longobarda, roccaforte romana o addirittura greca e rivestiva un ruolo di vedetta, oltre che di difesa presso la confluenza dei fiumi Argentino e Porta la Terra. A seguito della riconquista bizantina della Calabria settentrionale (885 d.C.) la roccaforte longobarda ospitò una comunità di monaci italo-greci, che costituirono il cenobio denominato di Castello o del Castellano.Fu intorno a questo monastero che si sviluppò il primo nucleo abitativo di Orsomarso {sec. Xl d.C.). Tra tutti i luoghi del Mercurion, questo è quello che meglio conserva l'aspetto di difesa e lascia intravedere una vocazione per la contemplazione.

San Nilo

Nella prima metà dell'XI secolo, Orsomarso assunse grande rinomanza in epoca medievale, per aver ospitato molti monaci italo-greci, a cui si deve la nascita e l'affermazione di una famosa eparchia monastica.  In località Timpa Simara si trova l'Eremo di San Nilo, noto come Grotta dell'Angelo. Luogo di culto dove i monaci praticavano l'ascetismo . In questo luogo  Nilo da Rossano ha vissuto in solitudine per circa dieci anni. Nell'ipogeo, sono ancora oggi, rilevabili sulle pareti  affreschi realizzati dai monaci.

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Valle dell'Argentino

Riconosciuta "Sito di interesse comunitario", nel 1987 fu istituita Riserva Naturale Orientata "Valle del Fiume Argentino". Geo-sito dell'UNESCO, attraversata dal fiume Argentino, ricca di specie vegetali e animali, la Valle presenta suggestive gole e strapiombi. Considerata come una delle più importanti aree wilderness del Sud Italia. Il microclima umido favorisce le piante rare, oltre una varietà di erbe officinali, fiori e orchidee. La Valle ospita il Pino Loricato, vero gioiello del Parco. Nel suo territorio è presente il lupo appenninico, l'aquila reale, la lontra, il tasso, il picchio nero, il falco pellegrino, il gufo reale e il corvo imperiale.

Le Tradizioni

Ogni anno, nel mese di Marzo, nei giorni 18 e 19 si celebra “U Mmito Ri San Giuseppe”, una festa in onore di San Giuseppe che risale al Medioevo. Un rituale ancora vivo e sentito tra fede ospitalità e unione. Caratterizzato da una varietà di piatti poveri e tradizionali.  Sempre negli stessi giorni si svolge l’accensione del falò di San Giuseppe. In antichità svolto dalle società agricole e pastorali, lega la sua origine ai riti di passaggio dalla stagione invernale alla primavera che inaugura un nuovo ciclo vitale per l’intera comunità.

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